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246 | COMENTO DEL BOCCACCI |
uomo Greco, chiamato Callimaco, più pienamente che alcun altro: nelle scritture del quale si legge, che Omero fu d’umile nazione; perciocchè in Ismirna, in que’ tempi nobile città d’Asia, il padre di lui in pubblica taverna fu venditore di vino a minuto, e la madre fu venditrice d’erbe nella piazza, come qui fra noi son le trecche; nondimeno, comechè in Ismirna i suoi parenti facessero i predetti esercizii, non si sa certamente di qual città esso natio fosse. È il vero che per la sua singular sufficienza in poesia, sette nobili città di Grecia insieme lungamente ebber quistione della sua origine, affermando ciascuna d’esse, e con alcune ragioni dimostrando, lui essere stato suo cittadino; e le città furon queste, Samos, Smirne, Chios, Colofon, Philos, Argos, Atene; e alcune di queste furono, le quali li feciono onorevole e magnifica sepoltura, quantunque fittizia fosse: e ciò fecero per rendere con quella a coloro, li quali non sapevano dove stato si fosse seppellito, testimonianza lui essere stato suo cittadino: e quelli di Smirne, non solamente sepoltura, ma gli fecero un notabile tempio, nel quale non altrimenti che se del numero de’ loro iddii stato fosse, secondo il loro errore, onorarono la sua memoria per molte centinaia d’anni. Fu nondimeno dai più reputato, che egli fosse Ismirneo, o perocchè, come detto è, in Smirne fu allevato, dimorandovi il padre e la madre di lui, o che di ciò gli Smirnei mostrassero più chiara testimonianza che gli altri dell’altre citltà; e così mostra di credere Lucano dove dice:
Quantum Smirnei durabunt vatis honores,