Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/12

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8 COMENTO DEL BOCCACCI

presa la sua vera forma d’uomo giacque con lei, e in processo di tempo n’ebbe tre figliuoli, Minos, e Radamanto e Sarpedone. Minos divenuto a virile età, prese per moglie una bellissima giovane chiamata Pasife, figliuola del Sole: e di lei generò figliuoli e figliuole, intra’ quali fu Androgeo giovane di mirabile stificanza: il quale ne’ giuochi palestrici, essendo artificioso molto, e di corporal forza oltre ad ogni altro valoroso, perciocchè ogni uomo vinceva, fu per invidia dagli Ateniesi e da’ Megaresi ucciso. Per la qual cosa Minos avendo fatto grande apparecchiamento di navilio e d’uomini d’arme per andare a vendicarlo, e volendo, avanti che andasse, sacrificare al padre, cioè a Giove, il quale il bestiale error degli antichi credea essere Iddio del cielo, il pregò che alcuna ostia gli mandasse, la qual fosse degna de’ suoi altari. Per la qual cosa Giove gli mandò un toro bianchissimo, e tanto bello quanto più esser potesse: il quale come Minos vide, dilettatosi della sua bellezza, uscitogli di mente quello perchè ricevuto l’avea, il volle piuttosto preporre a’ suoi armenti, per averne allievi, che ucciderlo per ostia: e fatto il sacrificio d’un altro, andò a dare opera alla sua guerra. E assaliti prima i Megaresi, e quegli per malvagità di Scilla, figliuola di Niso re de’ Megaresi, avendosi sottomessi; fatta poi grandissima guerra agli Ateniesi, quelli similmente vinse, e alla sua signoria gli sottomise, e a detestabile servitudine gli si fece obbligati; tra l’altre cose imponendo loro, che ogni anno gli dovessero mandare in Creti sette liberi e nobili garzoni, li quali esso donasse per guiderdone a colui