Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/179

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SOPRA DANTE 175

Lambunt colubrae: viperis horrent jubae:
Longusque torta sibilat cauda draco;
Par ira formae ........

Le quali molte fizioni, al nostro proposito io intendo così: Plutone voglion molti, come altra volta è stato detto, vegna tanto a dire quanto terra: comechè secondo Fulgenzio, Plutone in latino suona tanto quanto ricchezza; e perciò è chiamato da’ Latini Dispiter, quasi padre delle ricchezze: e che le periture ricchezze consistano in terra, o di sotterra si cavino, questo è chiarissimo, ed Opis è chiamata la terra, e perciò meritamente Plutone è detto non solamente terra, ma ancora figliuolo della terra. Ma perciocchè le prime ricchezze, non essendo ancora trovato l’oro, apparvero in parte pervenire dal lavorio della terra, e Saturno fu colui il quale primieramente insegnò lavorare la terra, è per questo meritamente chiamato padre di Plutone. Alle ricchezze, le quali per Plutone intendiamo, è meritamente data una città, la quale ha le mura di ferro, e per guardia Tisifone; acciocchè per questo noi intendiamo le menti degli avari, a’ quali le ricchezze commesse sono, esser di ferro, e conosciamo la crudeltà loro intorno alla guardia e tenacità di quelle; e in questa città dice Virgilio, non essere licito ad alcun giusto d’entrare:

Nulli fas casto sceleratum insistere limen;

acciocchè egli appaia, che il cercare o il servare le ricchezze, senza ingiustizia non potersi fare. Per la real corte, e per i circunstanti a questo Plutone, si deono intendere l’angoscia e l’ansietà delle sollicitudini infinite, e ancora le fatiche dannevoli le quali