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200 COMENTO DEL BOCCACCI

mo canto, nella quale siccome nella esposizion testuale appare, l’autore del cerchio quarto discendere nel quinto; e avendogli la ragion dimostrato, che colpa sia quella del vizio dell’avarizia e della prodigalità, e che tormento per quella ricevano i dannati, in questo quinto cerchio gli dimostra punirsi la colpa dell’ira e quella dell’accidia, le quali acciocchè alquanto meglio si comprendano, e più piena notizia s’abbia della intenzione dell’autore, è alquanto da dichiarare, in che questi due vizii consistano, e quindi verremo a dimostrare, come con la pena si confaccia la colpa. Se noi adunque vogliam sanamente guardare, assai leggiermente potrem vedere, che alcuno de’ quattro elementi non è, il quale sia tanto stimolato, tanto infestato, nè tanto percosso e rivolto dal cielo, dall’acqua e dagli uomini, quanto è la terra: questa nelle sue parti intrinseche è con varii strumenti cavata e ricercata, acciocchè di quelle i metalli nascosi si traggano, evellansi i candidi marmi, i durissimi porfidi e l’altre pietre di qualunque ragione: facciansi cadere le fortezze sopra gli alti monti fermate, e facciansi pervie quelle parti le quali da sè non prestavano leggiermente l’andare. Questa nella sua superficie, ora da’ marroni, ora da’ bomeri, e ora dalle vanghe è rivolta, cavata e rotta, e d’una parte in un’altra gittata. Questa da’ templi mirabili, dagli edificii eccelsi delle città grandissime è oppressa, caricata e premuta: questa dagli animali, da’ carri, e da ponderosissimi strascinii è attrita e scalpitata: questa dal mare, da’ fiumi e da’ torrenti è rosa, estenuata e trasportata: que-