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236 COMENTO DEL BOCCACCI

mescolata con loto, il quale le paludi fanno nel fondo, e perciocchè così son grasse e unte come la broda,

Anzichè noi uscissimo del lago,

cioè di questa palude. È il lago una ragunanza d’acque, la quale in luoghi concavi tra montagne si fa, per lo non avere uscita; ed è in tanto differente dal palude, in quanto il lago ha grandissimo fondo, ed hal buono, ed è in continuo movimento, per le quai cose l’acqua senza corrompersi vi si conserva buona, dove la palude ha poco fondo e cattivo, ed è oziosa: pone adunque qui l’autore il vocabolo del lago per lo vocabolo della palude, usando la licenza poetica, e largamente parlando.

Ed egli a me: avanti che la proda,

cioè l’estremità di questa palude, la quale l’uomo, come de’ fiumi, chiama riva; ma pone l’autore questo vocabolo proda, perciocchè egli è proprio nome di quelle rive dove i navilii pongono; e ciò è perchè sempre i navilii accostandosi alla riva, dove scaricar debbono il carico il qual portano, o caricar quello che prendono, pongono la lor proda alla riva,

Ti si lasci veder, tu sara’ sazio:

di quel che desideri: e poi ancora gliele rafferma dicendo; Di tal disio, chente tu di’ che hai, converrà che tu goda, cioè ti rallegri. Dopo ciò poco, cioè poco dopo queste parole di Virgilio, vidi quello strazio Far di costui, del quale io desiderava, alle fangose genti, cioè agl’iracundi i quali erano in quel palude,

Che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.