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244 COMENTO DEL BOCCACCI

Chiuser le porte, della città, quei nostri avversari Nel petto, cioè contro al petto, al mio signor, che fuor rimase: puossi per questo atto fatto da’ demoni comprendere, che Virgilio dicesse loro esser piacer di Dio che esso mostrasse 1’inferno a colui il quale con seco avea, e che essi avendo questo in dispetto, acciocchè egli non avvenisse, si ritiraron dentro e serraron le porte, E rivolsesi a me, tornando, con passi rari. Disegna in queste parole l’autore, l’atto dì coloro i quali per giusta cagione sdegnano e si turbano, in quanto non furiosamente, non con impeto, come gl’iracundi corrono alla vendetta, ma mansuetamente si dolgono di ciò che alcuno ha men che bene adoperato. Poi segue: Gli occhi alla terra, bassi, nel quale atto si manifesta la turbazione del mansueto, dove in contrario l’iracundo leva la lesta, e fa romore, e le ciglia avea rase D’ogni baldanza, in quanto il mansueto ristrigne dentro con la forza della virtù l’impeto, il quale vorrebbe correre alla vendetta, e però pare sbaldanzito, cioè senza alcuno ardire, dove gl’iracundi col capo levato paiono baldanzosi e arditi; e dicea ne’ sospiri, cioè sospirando dicea, nel quale sospirare appaiono alcuni segni della perturbazione del mansueto:

Chi m’ha negate le dolenti case?

quasi dica, questi demoni, i quali sono in ira di Dio, e niente contro a Dio possono, hanno negato a me, che sono mandato da Dio, le case dolenti: la qual cosa, perciocchè era oltre ad ogni convenienza, gli era materia di sospirare e di rammaricarsi. E a me disse, non ostante la sua perturbazione: tu, per-