Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/282

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278 COMENTO DEL BOCCACCI

coloro che nol sanno, non sarà altro che utile: e qui viene in destro, perchè in luogo di supplicio sono date agli eretici. Chiamale adunque in questo canto l’autore, sepolcri, avelli, arche, tombe, monimenti; nominansi ancora locelli, tumuli, sarcofagi e mausolei, busti, urne. Chiamasi adunque sepolcro, quasi seorsum a pulchro, e perciocchè è da cosa bella separato, conciosiacosachè i corpi corrotti i quali in essi sono, siano turpissima cosa a vedere: perchè avello si chiami, è detto davanti. Chiamasi arca, perciocchè assai essendo di pietra o di marmo, hanno quella forma che hanno l’arche del legno, nelle quali molti conservano il grano e le cose loro; ed è detta questa arca, perciocchè ella ha a rimuovere il vedere delle cose che dentro vi sono, o il ladro da poterle torre, e di quinci viene arcano, la cosa segreta. Chiamansi tombe, perciocchè essendo sotterra luoghi concavi, par che risuonino o rimbombino; e perciò si dice tumba, quasi tumulus bombans, cioè cosa rilevata che rimbombi. Chiamasi monimento, perciocchè ammoniscono la mente de’ riguardanti, recando loro a memoria la morte o il nome di colui che in esso è seppellito. Chiamasi ancora locello, quasi piccolo luogo, per rispetto del grande, il quale i vivi vogliono occupare e occupiamo, e poi morti, in picciolissimo luogo cappiamo. Chiamasi tumulo, quasi terra gonfiata e rilevata, siccome talvolta veggiamo sopra i corpi che nuovamente son seppelliti in terra; e oltre a ciò solevano gli antichi fare sopra i corpi de’ nobili uomini alcuno edificio alquanto rilevato, il quale avesse a dimostrare il luogo dove