Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/301

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SOPRA DANTE 297

cia udir non possono1. E quantunque questo atto furioso non paia, egli è, perciocchè la perturbazione si prende2 dell’animo dalla nostra insaziabilità; e però non avendo nè quello nè tanto quanto vorremmo, ci turbiamo in noi medesimi contro alla fortuna, e spesse volte contro a Dio, che quello non ne concedono di che a noi pare esser degni: e da questa perturbazione nascono gli stimoli, i quali il dì e la notte ne infestano a dovere trovar modo come pervenir possiamo a quello che noi desideriamo: e da questi stimoli nascon le disposizioni, le quali sempre dannose sono; e appresso a questo seguono gli atti e le operazioni, le quali pognamo ad avere quello che bisogno non era: e questi nel giudicio de’ savi uomini, piuttosto da furioso animo che da composta mente procedono: e in questi intanto ci abituiamo, che nè salutevol consiglio nè altro ce ne può rivocare; e così come se veduto avessimo il Gorgone sassei diventiamo, cioè ostinati coltivatori delle terrene cose. Era adunque a questo provocata Medusa, acciocche veduta, cioè ricevuta nella mente dell’autore, lui avesse fatto sasseo divenire, e per conseguente ritenuto in inferno, cioè intorno agli esercizii terreni, e avesse lasciata stare la buona disposizione nella quale era entrato dietro alla ragione per acquistare i frutti celestiali; ma ciò non potè avvenire;

  1. Il Codice ha diversaraente disposto questo periodo, e invece dei quattro versi e mezzo sopra notati, non legge che il seguente: o a coloro i quali smisuratamente procuran d’avere. E quantunque questo atto ec.
  2. Questo si prende manca nel MS.