Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/303

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SOPRA DANTE 299

quello, al quale vedere l’autore sollecita gl’intelletti sani. Entrando poi dietro alla ragione a discernere distintamente le colpe de’caduti nella ostinazione, e i tormenti dati a quelle, acciocchè da esse cauto divenutone si sappia guardare, e dalla paura del divino giudicio compunto, proceda al sacramento della penitenza, mediante il quale possa alla gloria pervenire.

Ma da vedere ne resta quello che esso intenda per lo supplicio dato agli eresiarci. Sono gli eresiarci, siccome assai chiaro si legge nel testo, in sepolture da eterno e cocentissimo fuoco tormentati, nel qual supplicio io intendo disegnarsi l’apparenza in questa vita degli eretici, e la pena loro attribuita nell’altra. Dico adunque che per le sepolture 1’autor vuol dimostrare di questi peccatori l’apparenza in questa vita, acciocchè noi non siam troppo correnti a credere al giudicio degli occhi nostri, il quale essendo spesse volte falso, ne induce o può inducere in parte, della quale o non possiamo uscire, o con difficultà n’usciamo. Possonsi adunque gli eretici simigliare alle sepolture, le quali spessamente sono ornatissime di marmi, d’intagli d’oro, di dipinture e d’altre cose dilettevoli a riguardare, e questo dalle parti esteriori, e poi aprendole, si trovano dentro piene d’ossa e di corpi morti, fetidi e orribili a riguardare, senza senso, senza potenza o virtù alcuna in sè avere: e così gli eretici, veggendo i loro atti esteriori, paiono persone oneste, venerabili, mansueti e divoti, e da dovere essere da ciascun buono uomo desiderata la loro amicizia, e la loro conversazione: ma come il discreto uomo gli apre e riguardagli den-