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96 COMENTO DEL BOCCACCI

l’autore essere stato fesso, in grembo a Dio, da questo conte Guido,

Lo cuor, che ’n su Tamigi ancor si cola,

cioè il cuore d’Arrigo ucciso dal detto conte, il quale Aduardo suo fratello, seppellito tutto l’altro corpo con molte lacrime, seco se ne portò in Inghilterra, e quello, pervenuto a Londra, fece mettere in un calice d’oro; e fatta fare una statua di pietra, o di marmo che sia, o vero secondochè alcuni altri dicono, una colonna sopra ’l ponte di Londra, il quale è sopra il fiume chiamato Tamigi, pose nella mano della statua, o vero sopra la colonna, questo calice, a perpetua memoria della ingiuria e violenza fatta al detto Arrigo, e alla real casa d’Inghilterra; e quegli che dicono questa essere statua, vi aggiungono essere nel vestimento della detta statua scritto, o vero intagliato, un verso il quale dice così: cor gladio scissum, do cui sanguineus sum, cioè io do il cuor fesso col coltello a qualunque è colui di cui io sono consanguineo, cioè d’un medesimo sangue: e in questo pareva, e al padre e al fratello e agli altri suoi domandare della violente morte vendetta. E dice l’autore che questo cuore d’Arrigo, ancora in quel luogo dove posto fu, si cola, cioè onora, e viene da colo colis: e pertanto dice che egli s’onora, in quanto con reverenza e compassione, avendo riguardo alla benignità e alla virtù di colui di cui fu, è da tutti quegli che per quella parte passano riguardato.

Poi vidi gente, che di fuor del rio,

cioè a quel fiume bogliente,

Tenean la testa, ed ancor tutto il casso: