Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/117

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SOPRA DANTE 109

qualunque s’è l’uno de’ due appetiti, ha tratto il freno di mano alla ragione, non essendo chi ponga modo agli stimoli, si lascia l’anima trasportare ne’ desideri bestiali, e così si sottomette a questo toro, del quale nasce il Minotauro, cioè il vizio della matta bestialità generato nell’uomo, in quanto ha ricevuto il malvagio seme della bestia, in quanto s’è lasciato tirare all’appetito bestiale ne’peccati bestiali. I costumi di questa bestia, per quello che nella favola e nella lettera si comprenda, son tre; perciocchè, secondo i poeti scrivono, esso fu crudelissimo, e oltre a ciò fu divoratore di corpi umani, e appresso fu maravigliosamente furioso; per i quali tre costumi sono da intendere tre spezie di bestialità. Ma vogliendo seguire l’ordine il quale serva l’autore in punire queste colpe, n’è di necessità di permutare l’ordine il quale nel raccontare i tre costumi di questa bestia è posto; e da cominciare da quel costume, il quale esser secondo dicemmo, cioè dal divorare le carni umane: il qual bestial costume, ottimamente si referisce alla violenza, la quale i potenti uomini fanno nelle sustanze e nel sangue del prossimo, le quali essi tante volte divorano con denti leonini o d’altro feroce animale, quante le rubano, ardono o guastano, o uccidono ingiustamente: le quali cose quantunque molti altri facciano, ferocissimamente adoperano i tiranni. L’altro costume di questa bestia, dissi ch’era l’esser crudelissimo; il quale costume mirabilmente si conforma con coloro che usano violenza nelle proprie cose e nelle loro persone: perciocchè come assai manifestamente si vede,