Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/171

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SOPRA DANTE 163

della luna essere stata dalla natura prodotta, essere stata prodotta ad uso e utilità dell’umana generazione; la qual proposizione non pare si possa verificare, considerata la qualità del paese arenoso poco avanti descritto; perciocchè quello ad alcuno uso non è abile nè utile, quanto è agli uomini; perocchè egli è sterile, nè pianta nè creatura vi vive, se già serpenti non fossero, i quali sono nemici degli uomini: a questa opposizione, comechè alla nostra materia non paia che appartenga, si potrebbe per avventura così rispondere: esser vero nulla cosa essere stata dalla natura prodotta, se non ad utile uso dell’umana generazione; ma di queste alcune per varii accidenti esserne divenute disutili, poichè prodotte furono, siccome è la predetta regione arenosa, e alcune altre in Asia simiglianti a quella; e però quello che per accidente avviene, non è difetto della natura, siccome ne’ nostri medesimi corpi noi possiam vedere, i quali il più la natura produce sani e in buona abitudine, e noi poi col disordinatamente vivere, corrompiamo e facciamo infermi. E che non opera della natura, ma d’accidente fosse ogni cosa, cioè l’essere Libia arenosa e sterile, si può da questa istoria comprendere: come altra volta è stato detto, estimano certi molto antichi, che già fosse tempo che il mare, il quale noi chiamiamo Mediterraneo1 non fosse; ma che per opera d’Ercole fosse in ponente un monte, il quale era continuo insieme da un promontorio, il quale gli antichi chiamavano Calpe in Ispagna, e oggi è chiamato monte Gibelta-

  1. Mediterano.