Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/252

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244 COMENTO DEL BOCCACCI

cioè partitasi, senza più adoperarvisi come solea. E detto questo dice la cagione che il muove a dubitare e a domandarne, Che Guiglielmo Borsiere, questi fu cavalier di corte, uomo costumato molto e di laudevol maniera; ed era il suo esercizio, e degli altri suoi pari, il trattar paci tra’ grandi e gentili uomini, trattar matrimonii e parentadi, e talora con piacevoli e oneste novelle recreare gli animi de’ faticati, e confortargli alle cose onorevoli; il che i moderni non fanno, anzi quanto più sono scellerati e spiacevoli, e con brutte operazioni e parole, più piacciono e meglio sono provveduti: poi seguita, il qual si duole Con noi per poco, cioè per una medesima colpa, quantunque non molto continuata da esso; ma l’aver poche volte peccato, sol che nel peccato si muoia, non menoma la pena, e va là co’ compagni, da’ quali noi ci partimmo quando noi venimmo,

Assai ne cruccia con le sue parole,

dicendone, che del tutto partita se n’è. Soleva essere in Firenze questo costume, che quasi per ogni contrada solevano insieme adunarsi quegli vicini, i quali per costumi e per ricchezza poteano, e fare una lor brigata, vestirsi insieme una volta o due l’anno, cavalcare per la terra insieme, desinare e cenare insieme, non trasandando nè nel modo, nè nel convitare, nè nelle spese: e così ancora invitavan talvolta de’ lor vicini, e degli onorevoli cittadini: e se avveniva che alcun gentiluomo venisse nella città, quella brigata s reputava da più, che prima il poteva trarre d’albergo e più onorevolmente ricevere: e tra loro sem-