Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/90

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82 COMENTO DEL BOCCACCI

gue bogliente, gente sotto infino al ciglio, cioè infitino a tutti gli occhi, E ’l gran Centauro, cioè Nesso, disse: e’ son tiranni, quegli che bollono, e che fanno così alte strida, per ciò, Che dier nel sangue, uccidendo ingiustamente il prossimo, e nell’aver, del prossimo, di piglio, rubando e occupando come non dovevano.

Quivi si piangon gli spietati danni,

di questi cotali tiranni, dati nelle persone e nell’avere del prossimo: Quivi, tra questi tiranni che io ti dico che piangono, è Alessandro, non dice l’autore quale, conciosiacosachè assai tiranni stati sieno i quali questo nome hanno avuto; e perocchè nel maggiore si contengono tutti i mali fatti da’ minori, credo sia da intendere, che egli abbia voluto dire d’Alessandro re di Macedonia; e perciò di lui sentendo, chi el fosse, e delle sue opere, succintamente diremo. Fu adunque questo Alessandro figliuolo di Filippo re di Macedonia e d’Olimpia sua moglie; comechè alcuni voglian credere, che egli non fosse figliuolo di Filippo, ma piuttosto di Nettabo re d’Egitto, il quale cacciato del suo reame e ridottosi a Filippo, venne nella dimestichezza d’Olimpia, e di lei generò Alessandro; e comechè questo non fosse subitamente saputo, in processo di tempo, essendo già Alessandro grande, venne in tanta sospezion di Filippo re, che egli addicò Olimpia, e prese per moglie una sua nepote chiamata Cleopatra; uè guari tempo visse, poichè, per quello che si credesse, per opera di Olimpia egli fu da Pausania ucciso, dopo la morte del quale rimase Alessandro, siccome suo figliuolo, re di Mace-