Pagina:Boccaccio - La Teseide di Giovanni Boccaccio nuovamente corretta sui testi a penna, 1831.djvu/263

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LIBRO SETTIMO 245


101


In questa venner, non per un cammino,
     Quasi in un punto li duo gran Tebani:
     E qual qualora a Libero divino
     Fa sacrificio ne’ luoghi montani
     La dircea plebe, s’ode infino al chino
     Di qua’ si sian valloni più sottani
     Di voci, e d’altri suoni e di romore;
     Tal s’udì quivi allora, e non minore.

102


Così ciascun co’ suoi tratti da parte
     Aspettavan Teseo, che prestamente
     Venuto, in verso del tempio di Marte
     Con lor n’andò, e là pietosamente
     Diè sacrificio: e con senno e con arte
     Poscia levato, senza star nïente,
     Sopra il gran soglio dalla porta venne,
     E lì fermato i suoi passi ritenne.

103


E senza star, non con piccolo onore
     Cinse le spade alli due scudieri:
     E ad Arcita Polluce e Castore
     Calzar d’oro gli sproni e volentieri:
     E Diomede e Ulisse di cuore
     Calzargli a Palemone: e cavalieri
     Amendue furono allora novelli
     Gl’innamorati teban damigelli.