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282 | LA TESEIDE |
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Gli altri per far di sè stessi difesa
Lasciaron Ida quivi, e per vengiare
De’ lor compagni la crudele offesa
Cominciar colpi spietati a menare;
Ma poco valse lor focosa impresa,
Chè pure a Ida ne convenne andare
Mal grado suo per prigione a posarsi
Là dove gli altri lì vedeva starsi.
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Poscia che Ammeto vide che scampato
Quindi era Arcita maestrevolmente,
E Ida per prigion n’era mandato,
Turbato nell’aspetto fieramente,
Inverso Dria co’ suoi ha speronato,
Il quale la bandiera fortemente
Tenea nel campo, e giusta suo potere
S’ingegnò di volerla far cadere.
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Ma ’l giovane con anima sicura
Non si mutò, ma stretta l’abbracciava;
E sostenendo la battaglia dura
De’ colpi che Ammeto gli donava,
A’ suoi gridava con solenne cura
Che atasser lui, e gli rincoraggiava;
Quivi Licurgo con gli suoi ardito
Era a guardarla posto per partito.