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LIBRO NONO | 317 |
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Bench’ella fosse assai dovuta cosa,
Ed ab antico ne’ trionfi usata.
Poi di dietro veniva la pomposa
Turba de’ suoi, così com’era armata,
E con sembianza assai vittorïosa;
E da molti era da ciascun portata
O spada, o scudo, o mazza, o scuricella
Bipenne tolta in la battaglia fella.
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Ed altri ne menavano i roncioni,
D’onde i signori furon scavallati,
Coverti tutti, ma con vôti arcioni;
E ta’ delle altrui armi gieno armati,
Chi elmo, e chi barbuta, e chi troncioni
D’altre armadure nel campo trovati;
E chi toraca e chi carro balteo,
Secondo che trovar quivi poteo,
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Ma fra gli altri più nobili davante
Giva di Palemon tutto l’arnese
A Marte già botato, e simigliante
Quel v’era con che Arcita si difese:
Da’ lati al carro gía gente festante,
Giovani e donne in abito cortese,
Con dolci suoni e canti festeggiando
Diversamente con arte danzando.