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LIBRO NONO | 319 |
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Nulla persona in Atene rimase,
Giovane, vecchio, zita, ovvero sposa,
Che non corresse là coll’ale spase,
Onde veniva la coppia gloriosa;
Le vie e i campi e i tetti e le case
Tutte eran pien di gente letiziosa:
Ed in gloria d’Arcita ognun cantava,
E della nuova sposa che menava.
42
E spesse volte le prede mirando,
Le guaste vesti ed i voti destrieri,
Li givan l’uno all’altro dimostrando,
Quel fu, dicendo, del tal cavalieri,
E questo del cotale; ed ammirando
Le cose fatte più che volentieri
Recitavan tra lor che avien vedute
Il di, com’eran gite, e come sute.
43
Ma ciò che più maravigliar facea,
E con attenta vista riguardare,
Era de’ regi la turba lernea,
Che giva innanzi in abito dispare
Troppo da quel nel quale andar solea,
E che ’l mattin si vidon cavalcare:
Li quali a capo chino e disarmati
Appiè venien nell’aspetto turbati.