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338 | LA TESEIDE |
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Ma solo Arcita non potea guarire,
Tanto era rotto dentro pel cadere:
Fevvi Teseo il grande Ischion venire
D’Epidauro, ed Arcita vedere,
Il qual si mise segreto a sentire
Del mal che Arcita in sè potesseeFonte/commento: Milano, 1964 avere;
E senza fallo se n’avvide tosto
Come Arcita dentro era disposto.
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Perchè a Teseo rispose di presente
In cotal guisa: nobile signore,
Il vostro Arcita è morto veramente,
Nè luogo ci ha di medico valore:
Giove potrebbe in vita solamente
Servarlo, se volesse, ch’è maggiore
Che la Natura, e puote adoperare
Assai più che Natura non può fare.
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Ma lasciando i miracoli in lor loco,
Io dico ch’Esculapio non varrebbe
Per sanità di lui molto nè poco;
Nè ’l chiaro Apollo ancora, che tutta ebbe
L’arte con seco, e seppe il ghiaccio e ’l foco
E l’umido e ’l calore, e che potrebbe
Ciascun’erba o radice: però ch’esso,
Per lungo e per traverso è dentro fesso.