Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
370 | LA TESEIDE |
107
Oimè dove lascio io cari amici?
Dove le feste ed il sommo diletto?
Ove i cavalli, omai fatti mendici
Del lor signore? ove quel ben perfetto
Che amor mi dava, qualora i pudici
Occhi d’Emilia vedeva e l’aspetto?
Ed ove lascio Palemon grazioso
Meco d’amor parimente focoso?
108
E Peritoo ancor, cui similmente
Più che la vita con ragione amava?
Ove li regi, e l’altra buona gente
Che loro a’ miei servigi seguitava?
Ove Teseo, nobil signor possente,
Che più che caro frate m’onorava?
Or dove lascio il reverendo Egeo?
Dove il mio caro e buon signor Peleo?
110
Certo io gli lascio dove rimanere,
S’esser potesse, vorre’ volentieri,
Ed in giuoco ed in festa ed in piacere,
Con principi con donne e cavalieri:
Sicchè del rimaner di lor mestieri
Non m’è dolermi; ma sol mi son fieri
Gli aspri pensier, che a me ne mostran tanti
Perder dovere, e me e tutti quanti.