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Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/173

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discorso tratto dall’edizione di livorno

del 1770.


AL BENIGNO ED AFFLITTO LETTORE




Questa lettera scritta dal gran maestro della toscana eloquenza è piena di sentimenti degni di un cristiano filosofo, e di un sincero e buon amico, il quale insegna a soffrire con rassegnazione umile e coraggiosa l’esilio, ed a far buon uso della retta ragione nella più parte delle avversità che si attraversano nel corso della miserabile vita umana. Alcune giuste e belle considerazioni e verità che qui si leggono, s’incontrano ancora nella lettura delle sentenze di Stobeo, dell’Epistole di Seneca, dei Saggi di Charron e nelle riflessioni di mylord Bolingbroke ultimamente tradotte e poc’anzi stampate: ma certe repetizioni di savi consigli le approverà sempre, chi ha desiderato o desidera lumi, in quel mentre che la ragione, la povera regina delle potenze animastiche, resta molto oscurata: il che se-