Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/236

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66 a messer francesco

roso, conciossiacosachè grandissimi fatti faccia con astuzia. Concedasi. Venga chi mostri quali città di nemici egli abbia con astuzia prese, quali schiere de’ nemici con aguati egli abbia rinchiuse, quali capitani con inganni; ed io non dubiterò di farlo poi pari a Cato Censorino o ad Annibale Cartaginese. Sarà chi dirà, lui avere spesse volte tolte via grandissime schiere di congiurati nimici. Non lo negherò; ma questo fece con oro, e non col coltello o con sua astuzia, il che è piuttosto officio di paciale che di gagliardo duca. Non a questo modo rimosse Cammillo i superbi Franceschi di Campidoglio, anzi con ferro distrusse i nemici, tolto loro il pattovito e già conceduto oro. Queste cose si sanno più che al suo appetito non consuona. Se egli nol sapesse, i titoli degli officii non fanno gli uomini degni di lode, quantunque sien chiari. Per certo Coridon l’ingannava intorno a’ fatti d’arme, se altro non c’è ch’io non sappia.

Oltre a ciò gli ha il suo Coridone dato a credere, lui essere degno di perpetua loda e gloria, perchè egli abbia fatto un munistero con parecchie mura1. O stoltizia da ridere che è aver pensato questo, non che averlo a lui dato a credere, essendo una piccola frasca! Io mi penso, se bene conosco i costumi di quest’uomo, lui avere con tutta la mente sì i detti di Coridon presi, che non altrimenti si glorii, che se la torre dell’oriental Babilonia, o le piramidi


  1. La Certosa, presso Firenze, grandiosissima fabbrica, è opera della pietosa munificenza di Niccola Acciaiuoli.