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42 | ninfale fiesolano |
XLII.
E poi da capo a fuggir cominciava
Velocissituamente, poichè vide
Che ’l giovinetto pur la seguitava
Con ratti passi e con preghi e con gride;
Perch’ella innanzi a lui si dileguava,
E grotte e balze passando ricide,
E ’n sul gran collo del monte pervenne,
XLIII.
Ma di là passò molto tostamente
Dove la piaggia d’alberi era spessa,
E sì di frondi folta, che niente
Vi si scorgeva dentro; perchè messa
Si fu la ninfa là tacitamente,
E come fosse uccel, così rimessa
Nel folto bosco fu, tra verdi fronde
XLIV.
Ora torniamo ad Affrico, che quando
Vide il lanciar che la ninfa avea fatto,
Alquanto sbigottì, ma poi ascoltando
Il gridar, guarti, guarti, con un atto
Assai pieteso, verso lui mostrando
Con la luce degli occhi, che in un tratto
Gli ferì il core, e fecel più bramoso
Di seguitarla, e più volonteroso.