Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/133

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tabiii fatiche, con qualche commoditá loro avessero potuto porsi all* impresa di salirlo. A questi rispose Apollo che, per altrui render agevolissimo il cammino dell’apprendimento delle arti liberali, solo bastava l’ardentemente innamorarsi delle buone lettere, e per sua ricreazione attender alla lezione delle fruttuose fatiche de’ suoi letterati e pigliare lo studio per delizia. Ma che i prencipi, con la forza del lor danaro avvezzi a posseder la sera tutte le cose piú esquisite che sommamente hanno bramate la mattina, anco del prezioso tesoro delle scienze negli spassi dei giuochi, nell’ozio de’ piaceri avrebbono voluto rendersi possessori : onde accadeva che in sommo spavento avevano quelle cose che solo con le fatiche degli onorati sudori si potevano guadagnare; e che a salire il monte doveva loro far cuore il serenissimo Francesco Maria della Rovere, il quale, avendo stimato lo studio delle buone lettere unica ricreazione degli animi elevati, delizia e solo contento degli uomini grandi, per gloria delle serenissime arti liberali, per riputazione di tutti i prencipi italiani e per singoiar onore dell’etá moderna, era il piú universale, il piú fondato letterato in tutte le piú scelte scienze che avesse il presente secolo : che però anco essi gli studi delle buone lettere non negozio stimassero difficile, non impresa laboriosa, ma sollazzi, passatempi, ricreazioni e spassi dolcissimi, ché con la medesima commoditá felicemente sarebbono giunti alla cima del monte, come se con una carrozza a sei cavalli avessero fatto quel viaggio.

Per questa risposta di Apollo molto soddisfatti parve che quei prencipi si partissero dall’audienza ; quando Luca Gaurico, essendo comparso avanti Sua Maestá, disse che a Giovanni Bentivoglio, tiranno di Bologna, avendo egli, come appunto succedette, predetto che in quell’anno egli sarebbe stato scacciato dalla patria e dalla signoria, quell’uomo inumanissimo, avendolo fatto pigliare dagli sbirri, con barbara crudeltá li fece dar cinque altissime strappate di fune, le quali, grandemente sconcertandoli le ossa tutte della persona, in infinito gli aveano stroppiata la riputazione: che però instantemente chiedeva a Sua Maestá che di quella tanto segnalata ingiustizia facesse quel risentimento che

T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - I.

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