Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/16

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giuste della latitudine di quei fossi, che altri per sua reputazione è forzato saltar netto, senza correr pericolo di cader nel mezzo di essi e vergognosamente seppellirsi vivo nel fango dell’ imprudenza ; né con altro istrumento quei scialacquoni che, avendo la borsa da privato, vogliono far spese da prencipe, meglio imparano la necessaria virtú di far il passo conforme alla gamba, che con questi compassi.

Vendono anche gli stessi politici numero grande di bussole usate dagli agrimensori : le quali piú che necessarie sono per ben squadrar prima per tutti i versi quelli co’ quali altri deve trattar negozi gravi o conferir secreti importanti.

Gran spaccio si fa anco in quel fondaco di alcuni ferri, che molto somigliano quei che spesso sono adoperati dai chirurghi e dai cavadenti; e servono per slargar le fauci a quegli infelici cortigiani, che, della necessitá dovendo far virtú, spesse volte sono forzati inghiottir grosse cocozze in vece di picciole pillole masticine.

Tengono ancora copia grande di scope, fatte di circonspezione; delle quali i piú accorti cortigiani si proveggono per diligentemente nettar mattina e sera le scale da quelle pericolose fave che vi seminano alcuni maligni, che, maggior gusto sentendo in guastar i fatti altrui che in accommodar i propri, solo si esercitano nel vergognoso mestiere di far romper il collo alla riputazione degli uomini onorati.

Nel medesimo fondaco si vende ancora, ma a peso di oro, il finissimo inchiostro, molto piú prezioso dell’azzurro oltramarino, il quale, dalle penne dei letterati scrittori virtuosamente disteso nelle carte, serve per imbalsamar e render odoriferi i cadaveri dei virtuosi, ove quei degl’ ignoranti gettano insopportabil fetore e presto si convertono in cenere; e con questo solo inchiostro nella memoria delle genti si eterna quel nome degli uomini letterati, che in quei che non sanno, subito muore che chiudono gli occhi: balsamo per certo di virtú sopra umana, poiché quei che se ne ungono vivono ancor che muoiano, e dal mondo solo partendosi col corpo, eternamente vi stanziano con la memoria degli scritti loro.