Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/163

Da Wikisource.

RAGGUAGLIO XLIII

La nazion fiorentina rappresenta il giuoco del calcio; nel quale avendo ammesso un molto forbito cortigiano forastiere, egli ottiene il premio del giuoco.

La nobilissima nazion fiorentina giovedí passato nel prato febeo rappresentò il suo dilettevol giuoco del calcio, al quale concorsero i letterati tutti di Parnaso : e tutto che alcuni, a’ quali fu cosa nuova il veder molti di quei signori fiorentini pestarsi insieme il volto con le pugna, dicessero che quel modo di procedere in uno spettacolo fatto per giuoco fosse troppo severo, in un combattimento vero troppo piacevole, universalmente nondimeno i virtuosi ne sentirono gusto. Percioché molti grandemente lodarono la velocitá del corso, la destrezza de’ salti e la fortezza di que’ giovani fiorentini : ad altri sommamente piacque l’ invenzione del giuoco, eccellentissimo per esercitar la gioventú al corso, al salto e ad una mirabilissima lotta: e da molti fermamente fu creduto che non ad altro ’fine egli fosse stato instituito in quella giá tanto famosa republica. Ma i politici, gli spiriti de’ quali sono piú elevati, da quelle risse che molto frequenti nascevano tra i giovani fiorentini, argomentavano che gran misterio s’ascondesse in quel giuoco: percioché le republiche, piú delle monarchie — per le continue concorrenze a’ magistrati e per le molto frequenti repulse che i senatori hanno da quei carichi che desiderano, gli uni dagli altri senza dubbio alcuno ricevendo piú spessi disgusti di quelli che si vede ne’ popoli soggetti alla monarchia, — sono piene di òdi intestini e di gravi rancori occulti : e che in una libertá, piena d’animi pregni di crudelissimi disgusti, non essendo possibile che non succeda qualche sborramento, Ricevano i politici che la republica fiorentina con mirabil prudenza tra i suoi cittadini avea introdotto il giuoco del calcio, solo affine ch’eglino con la soddisfazione di poter da scherzo dar quattro sode pugna a’ loro