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RAGGUAGLI DI PARNASO

Ragguaglio LXX. — È in P, autografo con molte correzioni, al n. 46. Trascurabili varianti.

Ragguaglio LXXIII. — Congetturò il Rua {Per la libertá d’ Italia, Torino, 1905, p. 55) che questo ragguaglio mordesse un letterato e diplomatico piemontese, quell’Anastasio Germonio (1551-1627), arcivescovo di Tarantasia, che fu ambasciatore di Savoia a Roma ed a Madrid; nelle sue Pomeridianae guaestiones (Torino, 1580) questi aveva esaltato il latino, respingendo sdegnosamente l’uso del volgare negli scritti scientifici. In realtá nella folta polemica cinquecentesca sulla lingua i paladini del latino furono numerosissimi; molti ne ricorda il Varchi nell’ Er colano ed altri ne aggiunge lo Zeno nelle Note alla Biblioteca del Fontanini (Venezia, 1753, voi. I, p. 35).

24929 II senese Alessandro Piccolomini (1508-1578) sará poi lodato come commediografo in Cent. Ili, 34.

Ragguaglio LXXIV. — 251 2 L’adagio latino giá era enunciato in Catullo, Carm. LXVII, 47.

251 9 Anche negli Avvisi di Parnaso del Caporali (v. 321) Cino da Pistoia ha l’ufficio di « auditor della Camera in Parnaso »; in Cent. II, 16 lo stesso incarico toccherá a Dino da Mugello.

Ragguaglio LXXV. — È in P, in copia con correzioni autografe, al n. 101. 253 15 prima diceva, poi cassato: «sforzo che con i doni, con le preghiere e fino con le minacce». Minime varianti. Nell’indice autografo della c. 235 s’intitola: « Disputa della maggioranza tra le armi e le lettere»; negli Appunti è registrato come: «Vegezio domanda che si chiama arte, disciplina» (c. 130 v.) e: «Vegezio non potè ottenere che si chiamasse disciplina» (c. 132 v.). Un’altra copia è in V al n. 45, con molte ma trascurabili varianti formali.

Ragguaglio LXXVI. — È in P, in copia con correzioni autografe, al n. 76. Minime varianti. Nell’indice autogr. della c. 235 s’intitola: «Aristotele revoca la sua definizione del tiranno »; negli Appunti è registrato come « Aristotele assediato » (cc. a e 130 v.) mentre a c. 131 r. si legge il detto della p. 257: «Che tiranni era un nome del tempo antico, ché oggidí non se ne trovano piú, ma son tutti uomini da bene».