Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/158

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che piú tosto ho levate che poste loro le armi nelle mani; col quale artificio da essi ho potuto cavar utile infinito, senza giammai perderne alcuno. Precetto raro e artificio cosi singolare, come difficile ad esser praticato, e a’ pari di V. S. illustrissima tanto pili necessario, quanto che, non come fo io che con le forti catene della libidine strettamente imprigionati tengo gli amorevoli amici, ma col debilissimo filo della gratitudine tenete legati quei ch’avete bonificati, il quale per un’ombra di leggerissimo disgusto, che anco inavvertentemente si dia loro, si tronca; e pur io molti vostri pari conosco, che, per aver commessa l’imprudenza di innamorarsi di un particolar soggetto, non solo hanno precipitati gl’interessi loro, ma grandemente ruinata la fortuna di quell’amico che volevano esaltare, e con le gelosie grandi, che hanno date a tutti gli amorevoli loro seguaci, scioccamente hanno poste loro le armi nelle mani, con le quali hanno violentati uomini, per altro gratissimi, a contracambiare il difetto della parzialitá col vizio dell’ingratitudine. Tutte cose tanto vere, avvertimenti tanto necessari, che, se come si conviene saranno osservati da’ vostri pari, ne’ vostri disgusti non averete mai occasione di piú dolervi della poca fede degli amici, che dell’odio de’ vostri poco amorevoli: appresso le mie pari essendo regola molto trita, che non dee aver il brutto vizio di imbertonirsi di un sol soggetto chi vuol avere il séguito di piú suoi amorevoli.