Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/45

Da Wikisource.

RAGGUAGLIO X

Il pretor urbano di Parnaso avanti Apollo acerbamente si querela de’ triunviri, magistrato nuovamente instituito da Sua Maestá, che, con un loro editto pubblicato contro i mignoni e gli altri ministri delle oscenitadi de’ prencipi, abbiano violata la sua giurisdizione.

Poiché per molti infelicissimi esempi seguiti è venuto Apollo in chiara cognizione che la stampa, (la quale, solo per facilitare agl’ingegni avidi delle buone lettere l’apprensione delle scienze piú illustri, è da credere che per divin conseglio fosse soggerita al cavalier Giovanni da Magonza), dagli uomini scelerati vien adoperata non solo per istrumento prestantissimo da macchiar gli animi altrui con l’empietá, con l’oscenitá e con le maledicenze, ma che gli ambiziosi fino se ne servono per arme diabolica da far sollevar i popoli contro i prencipi loro naturali, con saluberrimo e, come ha mostrato lo stesso evento delle cose, divinissimo conseglio molti anni sono institui il memorando magistrato de’ triunviri: officio de’ quali è mandar al lazzaretto i libri appestati d’impietá, di sedizione e di quelle oscenitadi, che negli animi altrui cagionano la corruzione de’ buoni costumi. Questo magistrato dunque tre giorni sono sotto gravissime pene fece precetto a tutti i mignoni, ai ruffiani, agli adulatori e agli altri idoli di quei prencipi che vivono con dissoluti costumi, che piú non ardissero uscir di casa: solo affinché con gravissimo scandalo de’ buoni sopra le chinee e ne’ ricchi cocchi non fossero veduti andar boriosi e trionfare il mondo que’ sozzi mostri di natura, che, co’ nefandi vizi loro dai prencipi poco virtuosi avendo estorti que’ premi che solo si deono alla virtú degli uomini meritevoli, sono indegni di mangiar pane. Grave querela per questa novitá appresso Apollo fece subito il pretor urbano, acerbamente dolendosi che, avendo i triunviri trapassati i termini tutti dell’autoritá loro, piú che molto avessero intaccata la sua giurisdizione. Incontanente da Sua Maestá all’audienza