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RAGGUAGLIO XXVIII

La Monarchia spagnuola invita per secretario di Stato il Cardinal Toledo, il quale ritiuta, e perché.

Si è sparsa voce per questa corte, che la potentissima Monarchia di Spagna per il suo primo secretario di Stato abbia invitato rillustrissimo signor Cardinal Toledo con grossa provvisione ad assistere per suo teologo nel consiglio reale di Stato, acciò non vi si deliberi cosa che sia contra la sua coscienza. Gran meraviglia a tutta questa corte ha dato somigliante novitá, sapendo ognuno quanto quel prelato nella ribenedizione del cristianissimo re di Francia Enrico IV poco favorisse i negozi del suo re, per le quali cose niuno sapeva immaginarsi la cagione, perché cosi sagace principessa in negozio di sommo rilievo volesse servirsi di un soggetto tanto diffidente. Quei che piú professano aver cognizione del modo di procedere dell’accorta nazione spagnuola anco in questa risoluzione hanno riconosciuta la invecchiata prudenza dei re di Spagna, proprio costume de’ quali è non acquietarsi mai, fin tanto che con pensioni, con carichi onorati e con tutti gli umani artifici d’amorevoli dimostrazioni non hanno fatti loro parziali tutti quei soggetti grandi, che veggono alienati dagl’interessi loro e da’ quali conoscono di poter alla giornata ricever servizi. I piú confidenti di cosi gran cardinale riferiscono che Sua Signoria illustrissima con animo giocondissimo accettò il nobil carico propostoli, ma con condizione però, la quale dagli Spagnuoli subito fu ributtata, perché disse che, quando egli con l’autoritá della Sacra Scrittura, con la dottrina dei Santi Padri, con le determinazioni dei Sacri Concilii, con le ordinazioni dei canoni avesse fatto capace il reai consiglio, che le risoluzioni che si facevano in esso fossero state discordanti dalla legge di Dio e degli uomini, egli solo voleva allora poter impedir l’esecuzioni loro: tutto affine che il mondo