Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/113

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tanto gravi disperando essi di poter giammai ottener sicuro perdono dal re loro, tanto maggiormente si ostinavano in quella ribellione, che era la sicurezza della sua vita, l’instrumento della sua grandezza in Fiandra; e che, conoscendo che in modo alcuno egli averebbe potuto defendersi dalla potenza dei re di Spagna, a fine di poter ottener aiuti dagl’inglesi e dai Tedeschi, cambiò con quelli la sua religione coi quali avea communi gli interessi di Stato. E dopo queste parole, invero dette con agonia grandissima d’animo, il prencipe si prostrò ai piedi di Sua Maestá e con molta umiltá gli disse, che non gli parea che quello di che egli era stato richiesto avesse punto che fare con la differenza delle calzette. Replicò Apollo che tutto quello che gli si domandava erano necessarie premesse per poter venire alla decisione della sua causa; ma che, avendo egli, come confessava, posposti gli interessi della religione a quei di Stato, dicesse quale delle due stimava egli cosa piú nobile: la religione o lo Stato. Rispose il prencipe, che senza comparazione alcuna egli tenea la religione esser cosa piú eccellente. Allora Apollo, alzando alquanto la voce, disse: — Dunque, poiché tu, prencipe, per ottener il fine scelerato di far ribellar i popoli di Fiandra dal loro re, hai avuto cuore di posporre gli interessi di Dio alle tue brutte sceleratezze umane, sopporta con pazienza che ancor io preponga il bene delle calzette alla salute delle tue gambe. Però, o esecutori, tagliate pur ora dalle gambe del prencipe quattro dita di stinco, ché le calzette gli staranno poi molto attillate—. Esclamava il prencipe per quella sentenza, ad alta voce gridando che era notoria e crudelissima ingiustizia stroppiar un suo pari per l’interesse vilissimo di un paio di calzette; alle quali querele acerbamente e con volto molto sdegnato cosi rispose Apollo: — Quètati, empio, datti pace, sedizioso, ché sei stato giudicato da me con la tua prudenza.