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RAGGUAGLIO LXIII

[Si assegna la] palma della vittoria navale alli [scogli] Curzolari.

La gran controversia, che piú di trentacinque anni continui con dispendii infiniti si è letigata in Parnaso tra il Sommo Pontefice romano, il potentissimo re di Spagna e la serenissima Regina di Venezia, a chi si deve la palma della gloriosissima vittoria navale, che questi gran prencipi collegati ottennero contro il Turco agli scogli Curzolari, ieri dalla stessa Maestá di Apollo fu terminata e decisa, onde con gran solennitá, nel gran concistoro dei letterati dove intervennero gli ambasciatori di cosi gran potentati, dichiarò Sua Maestá che la palma del merito appresso Iddio era tutta della Sedia Apostolica, non altro interesse avendo avuto quel santissimo vecchio di Pio V nell’impresa di quella lega, che il mero serviggio di Dio e l’esaltazione della sua santa fede. Al sere nissimo don Giovanni d’Austria consegnò la palma della gloria mondana tanto piú volentieri, quanto nel processo della causa constatava, che contro gli ordini del re suo fratello, solo per acquistarsi con quella famosissima vittoria l’onorato patrimonio di una gloriosa fama, avea combattuto e vinto. Ai signori veneziani, che in quella giornata sparsero tanto sangue, diede tutta l’utilitá e il frutto di quella vittoria, la quale avendoli fatto goder cosi lunga pace e lo benefizio di lei tanto empiuti i tesori di cosi gran copia d’oro, che ora sono di sommo spavento al levante e al ponente. Gran strepito fece il re di Spagna Filippo II doppo la pubblicazion di quella sentenzia, percioché in modo alcuno non volea quetarsi che egli, che in quella lega avea avuto le prime parti e del qual dicea che si dovea riconoscere il benefizio di tale vittoria, venisse poi escluso da quella gloria che forsi tutta si dovea a lui. E percioché cosi gran re con i suoi molti richiami parea che passasse molto piú inanzi di quello che