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SCRITTI MINORI

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rale, cavando quanto piú può dei tesori nostri col mezzo della nazion genovese e spogliando le provincie e le cittá, cosi suddite a lui come ad altri, di soldati e di capitani, acciocché, ovvero vivendo egli anco qualche anno gli sia piú facile il farsene patrone con la commoditá degli altri Stati suoi, o morendo non possano i popoli d’Italia, soccorrendosi l’un l’altro, scuotersi dal giogo cosi insopportabile e cosi barbaro.

Adunque, Italia mia, per quel sangue innocente che pur ora versano i tuoi figliuoli in Provenza, in Savoia, in Fiandra, in Francia: per quelle lagrime reiterate con le quali tante misere madri ricevono dolorosi avvisi della strage de’ suoi figliuoli: per quella cara libertá, che tante volte hai comprato con prezzo cosi abondante di sangue de’ barbari crudelissimi, abbi cura a te stessa. Queste ricchezze, questi popoli, questi prencipi, che Dio ti ha dato naturali e legittimi, conservali, amali e non ti commetter ormai piú all’impudente barbarie di questi pseudocattolici, che ti onorano per vituperarti e ti premiano per comprarti, vilissima schiava, alla libidine e alla superbia loro.