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CARTEGGIO

che si compiaccia di sentire, con quella amorevolezza che mi prometto da lei, le loro ragioni e di non perínettere che, senza esempio alcun simile, ora che ci si tratta di mio interesse, venga non dirò sturbala, ma rovinata affatto quella pesca, ?iella quale sta riposta buona parte di quel passatempo, che posso ricevere in coleste valli: e perché voglio credere che il tutto sará securo ben i?iteso, che ci prenderá oportuna provigione, non dico di piú, ma per piú me le raccomando di cuore e prego da Dio felicitá.

Di Mantova, li 27 di marzo 1603.

IV

A Vincenzo I Gonzaga.

Serenissimo mio signore e padron singolarissimo, la grazia dell’Altezza Vostra serve di grandissimo patrimonio a quelli che sanno acquistarsela; tra tutte le altre cose, che mi fanno caro questo governo, è l’occasione che mi dá di servirla, e lo farò con tutto quel talento che mi ha dato Dio, perché è straordinario in me il desiderio che ho di essere arrolato suo servitore; che io giunga ad ottener questo mio desiderio sta tutto posto nella benignitá di Vostra Altezza di commandarmi e valersi dell’opra mia in ogni occasione: e sentirei grandissima passione, allora che ella mi proponesse qualsivoglia altro in ordinare e commandare cosa di suo servigio in questo mio governo, tra tanto che io andarò mendicando e cercando da mille occasioni di mostrarle con l’opere l’animo mio. La supplico darmi il carico di suo generai fattore in provederle tutte quelle cose, che qua le saranno di gusto. Ho di giá proibita la caccia del bosco strettissimamente e questa delle valli, e vi uso ogni diligenza in farle riguardare, e in questo particolare so che Vostra Altezza rimarrá sodisfatta di me. Tutti i servitori di lei, che si trovano qua,