Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/36

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RAGGUAGLIO XI

Filippo II re di Spagna, dopo il contrasto di due mesi fatto sopra certe parole nel suo titolo, entra in Parnaso accompagnato con grande applauso da tutti i maggiori prencipi.

Al potentissimo re di Spagna Filippo II, il quale due mesi or sono giunse in questa corte, non prima di ieri fu permesso il far la pubblica e solenne entrata, mercé che in alcuni archi trionfali, che dalla nazion spagnuola con reai magnificenza gli sono stati fabricati, furono scritte queste parole: «Phílippo secundo, Hispaniarum utríusque Siciliae et Indiarum Regi Catholico, Italiae pacis auctori felicissimo»; le quali, percioché alla maggior parte dei prencipi italiani non davano gusto, chiedevano che si cancellassero, dicendo che in modo alcuno non voleano dagli Spagnuoli riconoscere quella pace d’Italia, la quale a denari contanti comperavano dagli Olandesi e Zelandesi. Lungo tempo fu disputata questa aromatica materia e, con tutto che i prencipi italiani concludentemente provassero in giudizio che la presente pace d’Italia non dalla buona mente degli Spagnuoli, li quali tutta Laverebbero manomessa se non fosse fatta loro quella grandissima diversione, ma dalla guerra di Fiandra intieramente si dovea riconoscere; con tutto ciò nell’ardor maggiore di questa contesa la Reina d’Italia con la sua solita prudenza ismorzò il fuoco, perché, avendo convocati tutti i suoi prencipi, disse loro che lasciassero le ostentazioni e le borie agli Spagnuoli e, studiando alle cose sostanziali, continuassero a pascerli di fumo.

La cavalcata e di numero e di qualitá de’ prencipi, che concorsero a favorir e servir cosi gran re, fu la piú numerosa

e la piú onorata che giammai abbia veduto Parnaso, e cosi

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potente re ebbe luogo tra quei monarchi, che al mondo sono

stati famosi piú per prudenza e sagacitá usata nella pace, che

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