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ANNOTAZIONI

di Parnaso»; 216 28 ’«italiano: tutte cose tanto brutte, che doveano muover tal nausea in quella signora, che dovea indurla ad abbandonar un cosi rigido marito»; 216 34 «cuore, crescendo sempre in lei con il pericolo di perder la cara gioia della riputazione l’animo invitto di difenderla»; 218 2 in primo tempo cosi suonava la chiusa: «tutti, che tanto eccellentemente avesse saputo accomodar le vele della sua riputazione al vento favorevole della buona salute degli Spagnuoli. Il menante ha risaputo da buon luogo che, allora che un affezionatissimo poeta si rallegrava con l’eccellentissima signora donna Vittoria di quella onorata vittoria ch’ella avea avuta contro la sua emula, che ella in confidenza li disse che, quando ella avesse veduto che l’autoritá di Tacito non li fosse suffragata, avrebbe fatto saper a Sua Maestá la vera cagione che l’indusse ad accasarsi con quel personaggio spagnuolo, la quale avea taciuta per non apportar disonore a quei mariti italiani, i quali, non ad altro piú attendendo che alla brutta professione di far il bravaccio e il Rodomonte con le mogli loro, e con le parole e con i fatti ingiuriosi le trattavano come serve e schiave, ove le mogli dei gentiluomini e signori titolati spagnuoli sono trattate come signore, padrone e reine, essendo particularissimo costume della nazion spagnuola proceder con gravitá fuori, viver allegrissima in casa, ove gl’italiani per la maggior parte hanno il brutto costume di far il buffone per le piazze e per i trebbi con gli amici, e in casa solo attender a tribular altri e se stesso».

214 14 Vittoria Colonna aveva sposato diciannovenne, nel 1509, il coetaneo Ferdinando Francesco d’Àvalos, marchese di Pescara.

215 24 Alessandro Tartagni da Imola (1424-1477), giurista celeberrimo, detto «doctor aureus et admirabilis».

Ragguaglio LXXI. — Copia in P 74, con una sola correzione autografa; dall’indice autografo della c. 235 ricavo il titolo.

219, Il «politico tacitista» non può essere che Scipione Ammirato (1531-1601), autore di notissimi Discorsi sopra C. Tacito, Firenze, 1594; egli aveva pubblicato a Firenze nel 1598 varie Orazioni a diversi principi intorno i preparamenti che avrebbero a farsi contra la potenza del Turco.