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I

Genesi e prime stampe dei «Ragguagli».

A prestar fede al tipografo ginevrino Giovami Ermanno Widerhold, o meglio a quel famigerato Gregorio Leti, che è probabile dettasse per lui l’avvertimento dello Stampatore a chi legge premesso alla manipolata edizione delle opere del Boccalini uscita da quei torchi nel 1678(1), i Ragguagli di Parnaso sarebbero opera giovanile, da contrapporsi alle mature meditazioni del commento a Tacito. «I Raguagli di Parnaso» scrive l’editore «di questo scrittor incomparabile sono stati veduti con ammirazione di coloro che conoscono le cose saporite: e poiché ivi parlò occultamente delle stesse materie, delle quali qui parla apertamente, non dubito che li politici non sieno per aver maggior diletto nel legger queste, che sono parto d’un’etá piú matura, che quelle, che furono scritte nel fior della sua gioventú». Era vero invece il contrario, ché le Osservazioni su Tacito , ponderosa testimonianza d’una lunga meditazione politica, eran giá compiute in prima stesura nel 1602 e da 14 anni il Boccalini vi attendeva, avendole dunque intraprese avanti il 1590(2), cosicché appunto da «molti anni» vi lavorava attorno, quando, il 28 settembre 1607, si rivolgeva ad Enrico IV di Francia, dedicandogli i primi frutti d’una sua nuova fatica, natagli tra le mani con spontanea freschezza a rallietare le severe meditazioni sul «prencipe degli storici politici»: comparivano cosi

(1) Cfr. La bilancia politica dii tutte le opere, di T. Boccalini, Castellana (Ginevra), Per G. H. Widerhold, 1678, voi. I, «Lo stampatore a chi legge».

(2) Tali date sono fornite dal memoriale presentato dall’abate Rodolfo Boccalini ai Capi del Consiglio dei Dieci poco dopo il febbraio 1629 (edito da E. Cicogna, Delle iscrizioni veneziane , voi. IV, Venezia, 1834, p. 370).