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RAGGUAGLIO XXIII

La Monarchia di Spagna fa gettar dalle finestre il suo medico.

Questa mattina la Monarchia di Spagna avendo fatto chiamar a sé il suo medico ordinario, poco appresso ella stessa con le sue mani lo gettò dalle finestre del suo reai palazzo, onde l’infelice, tutto essendosi fracassato, mori incontanente: caso che tanto piú è paruto strano, quanto il medico da tutta questa corte era tenuto uomo d’esquisitissima bontá e nell’esercizio della sua professione mirabile. Varii sono li discorsi, che sono stati fatti per novitá tanto segnalata, ma Apollo dalla stessa Monarchia spagnuola avendo voluto sapere la vera cagione di cosi gran risentimento, quella potentissima Reina gli ha detto, che di giá erano passati quarant’anni, che per alcuni accidenti che le venivano e per altri segni che se le scoprivano per la vita, dalla reai famiglia di Borbone temea in progresso di tempo che le fosse attaccato qualche pericoloso male franzese; e che, per provvedere al danno che prevedea, domandò consiglio al suo medico, dal quale gli fu ordinata una lunga e fastidiosa e dispendiosa purga di diversioni, di leghe sante, di sollevazioni di popoli, di ribellioni di baroni, di cauterii e d’altri medicamenti molto amari, nei quali avea consumato lo stomaco, indebolita la virtú e affatto perduto l’appetito; e che l’infinita quantitá di sciroppi e le molte medicine pigliate con tanta agonia altro non aveano operato, che la accelerazione di quel male, che senza quell’infelice e intempestiva purga forse non le sarebbe venuto mai; oltre che le spesse e molto voraci sanguisughe, che in piú parti del corpo le erano state attaccate, talmente le aveano succhiato il miglior sangue vitale dell’oro di Spagna, che per la debolezza della complessione non le era stato possibile evacuar quei mali umori di Fiandra, che tanto l’hanno tenuta e la tengono oppressa. Per li quali disordini, tutti cagionati dal pessimo