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RAGGUAGLIO XXV

Almansore, che fu re dei Mori, incontrandosi con il Regno di Napoli, lacrimano e si raccontano le loro miserie per le oppressioni de’ Spagnuoli.

Il famosissimo re de’Mori Almansore, quegli che in Spagna molti anni signoreggiò il nobilissimo regno di Granata, ieri s’incontrò nel Regno di Napoli e, passeggiando, si pose a ragionare con esso lui, e poiché per buon spazio di tempo ben ebbe rimirata la catena ch’esso Regno di Napoli legata porta al piede, gli disse che, la manifattura di lei essendo moresca, gli parea piú volte averla veduta e maneggiata, e poco appresso con atto di grandissima maraviglia affermò che la riconoscea benissimo e che ella era quella medesima con la quale egli e i re Mori suoi antecessori per lo spazio di settecento anni aveano tenuti in servitú molti regni di Spagna, e che però strenuamente lo pregava che gli facesse palese come, da chi e quando egli fu incatenato.

— Buon occhio e molto eccellente memoria hai tu, Almansore — rispose allora il Regno di Napoli, — poiché quest’infelice catena, che mi vedi al piede, da Consalvo Corduba, detto il Gran Capitano, fu portata di Spagna, e però molto mi si fa verisimile, ch’ella sia quella medesima che tu dici ; e di giá sono passati cent’anni, ch’io mi trovo nella misera servitú che vedi, dalla quale non so se mai potrò liberarmi, percioché, per la somma potenza alla quale veggio esser salite le forze degii Spagnuoli affatto avendo perduto ogni speranza d’aiuto che posso aspettar dagli uomini, conosco che la ricoverazione dell’antica mia libertá tutta sta posta nella potente mano di Dio, il quale fa bisogno che in me rinnovi i miracoli del Mar Rosso, se deve seguir la mia liberazione. — Gli anni — replicò allora Almansore, — si confrontano benissimo, perché di poco passa il tempo della tua servitú, che gli Spa