Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/91

Da Wikisource.

coli, ne’ quali vedea che altri prencipi con il capestro, con il bastone e con tutte le piú crudeli sorte di patiboli non poteano spingere i saggi, gli accorti e i circospetti popoli loro; e che nelle molte guerre, ch’ella con diverse valorosissime nazioni avea avute per le mani, avea imparato a conoscere che gli eserciti formati di soldati di poco cervello e di molto ardire, purché fossero guidati da un generale di valore, riportavano vittorie contro que’ popoli, che piu faceano professione di esser circospetti e grandemente saggi. Tanto piú vivamente dal Castiglione fu lodata la risposta della Monarchia di Francia, quanto alla qualitá del regno potentissimo di lei chiaramente constava che i suoi Francesi compitissimamente possedevano tutte quelle doti e quelle virtú d’animo, che in una nazione erano necessarie per fondare, ampliare e mantenere un imperio grande.

Appresso poi, essendosi il censore voltato verso la potentissima Monarchia di Spagna, le disse che ad ognuno era noto niun’altra cosa ai popoli tutti, ma piú particolarmente a quei che erano soggetti alle nazioni straniere, arrecar soddisfazion maggiore, che l’umanitá e le cortesi maniere di quelli da’ quali venivano governati; e che ai carichi dei governi di Napoli, di Milano e di Sicilia mandando ella solo i suoi baroni spagnuoli, questi, con la loro ordinaria stiratura castigliana e con la insopportabil boria spagnuola, senza comparazione alcuna molto maggiore di quella che gli stessi re di Spagna avessero potuto o saputo usar in quei Stati, di modo stomacavano anco i buoni e fedeli suoi sudditi, che in infinito rendeano altrui odioso il dominio spagnuolo; e che di piú nei negozi gravi e leggeri desiderava in lei piú celere spedizione, poiché per la soverchia lunghezza e perplession sua nella deliberazione di cose importanti avea perdute occasioni bellissime, che le si erano presentate, da ingrandire il suo imperio. Sommamente la Monarchia di Spagna ringraziò il censore degli avvisi che le aveva dati, e in sua esculpazione disse che quel gentiluomo onorato, che avea moglie giovane, a maraviglia bella, ma di genio inclinato alle lascivie, molto accorto si