Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/93

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quanto li Polacchi, sebbene aveano il re loro elettivo, non però defraudavano mai il sangue reale della successione, se chi regnava con la umanitá sapea acquistarsi la universal benevolenza della nobiltá, perché la Polonia, essendo nazione che non sapea vivere in una assoluta libertá, avea talmente in orrore tutta la servitú, che quel re appresso loro (cosa che è comune a tutti i principati elettivi) era oculatissimo e vigilantissimo delle cose del suo Stato, che piú fingea di non vedere e piú mostrava di non voler saper tutte le cose.

Non solo il censore, ma il sacro collegio tutto de’ virtuosi per eccellente ammisero la giustificazione della Monarchia polacca, e perché poi dall’urna fu cavata la famosissima Monarchia inglese, il censore, sebben con volto alquanto alterato, con umanissime parole nondimeno le disse, che se ad alcuna persona era necessaria la sapienza umana, necessarissima era ai prencipi per l’importantissimo negozio, che aveano per le mani, del governo del genere umano, e che, la prima e piú vera sapienza degli uomini essendo il timor di Dio, poco prudente governo si potea aspettar da colui, che avea commesso l’empia e scelerata pazzia di voltar le spalle a Sua Divina Maestá; che però la ricercava, che facesse saper al presente re Giacomo VI, che il precetto politico, che l’Inghilterra e la Scozia sfacciatissimamente avevano posto in atto pratico, d’accomodar la religione all’ambizione di regnare e servirsi di lei per instrumento d’aggirar i popoli, era una certa ragion di Stato, o che non fu conosciuta dagli antichi, o che non ebbero cuore di usarla per non offender tanto la Maestá di Dio; che però gli ricordasse di sempre aver dipinte avanti gli occhi le deplorande calamitadi dell’imperio greco, il quale, ancorché d’ampiezza di Stato, di moltitudine di sudditi e ricchezze di tesoro di gran lunga avanzasse il regno d’Inghilterra, nondimeno, perché egli per fuggir la divina superioritá del sommo Pontefice romano si disuni dalla religion cattolica, tanto meritò l’ira divina, che il mondo lo vedeva schiavo della piú vile e barbara nazione, che giammai alla memoria delli uomini abbia avuto dominio sopra la terra;