Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/95

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vendo in questi casi il prencipe che non vuol pericolare forzarsi di coglier il suo ministro alla sprovvista e assicurar le cose sue con far che l’esecuzion della pena preceda anco la stessa accusa; e che molte volte era accaduto, che egli con un precipitoso castigo aveva prevenuta la consumazione di bruttissimi tradimenti; la qual risoluzione, ancorché confessasse grandemente esser severa, sapeva però che aveva operato, che nel suo Stato non s’eran per lo passato veduti i conti di S. Paolo, i prencipi d’Oranges, i Gaspari Coligni, i duchi di Ghisa, di Umala, di Umena e di Mercurio, e altri bruttissimi mostri d’infedeltá, che con vergogna di quei prencipi, che con i lacci, con i pugnali e con le mannaie non seppero prevenir delitti tanto dannosi, s’erano veduti altrove, essendo nelle cose di Stato regola cosi trita come sicura, che quel ministro, che della sua fedeltá dá pur picciola ombra di sospetto al suo prencipe, incorre nella pena capitale, poiché quei capitani, che in poter loro hanno la cura degli eserciti, non altrimenti che le mogli degli uomini onorati, sono obbligati vivere con tanta candidezza d’animo, che manchino d’ogni legger sospetto d’animo impudico nonché di colpa; che quanto a levar ai suoi bassá dopo la morte loro le facoltadi, con molta veritá gli parea di poter dire che i salari, i doni e le ricchezze, con le quali gli altri prencipi premiavano i ministri loro, in comparazione di quelle inesauste ricchezze, le quali egli donava ai suoi benemeriti officiali, erano viltá e miseria, come piena fede ne facevano i tesori reali, che dopo la morte loro lasciarono Rusten, Mehemet, Ibrahim e altri infiniti; e che la maggior avvertenza, che nel premiar i suoi ministri doveva aver un prencipe, tutta stando posta nel provveder che quelle ricchezze immense, con le quali egli da essi comperava fedeltá infinita, giammai non fosse possibile che altri potesse adoprarle in danno di chi usa la liberalitá, dai disordini gravissimi succeduti negli Stati d’altri potentati aveva conosciuto esser cosa perniciosissima a’ prencipi, che le straordinarie ricchezze lasciate ad un ministro meritevole passassero ai suoi figli, senza che essi con la virtú, con il valore, con