Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/153

Da Wikisource.

RAGGUAGLIO XXXX Giacomo Critonio, scozzese, con una sua troppa superba disfida avendo in Parnaso stomacati i virtuosi, essi con una acerba facezia talmente 10 svergognano, che senza che segua la disputa, lo violentano a partirsi da Parnaso. 11 portento di natura nelle buone lettere, Giacomo Critonio scozzese, con tanta vanagloria, pompa e millantazione di se stesso alcuni giorni sono giunse a questa corte, che ne’ piú accappati virtuosi di questo Stato, i quali benissimo sanno che, per esattamente possedere una sola scienza, il continuamente studiarla ottantanni è tempo brieve, il veder che un giovane di venticinque pretendesse di compitamente possederle tutte, mosse altrettanta nausea, quanta ammirazione nella piú vii plebe infarinata di quattro lettere. Il Critonio dunque il giorno dopo il suo ingresso in Parnaso, e nelle porte di tutti i ginnasi e nelle colonne di tutti i portici delfici fece affiggere un foglio molto grande; nel quale con lettere cubitali si vedevano scritte le seguenti parole: Nos, lacobus Critonius scotus, cuicumque rei proposita ex improviso respondebimus. Questa ardita disfida, che da infiniti fu riputata arrogante, talmente punse gli animi di questi virtuosi, che molti furono quelli che nelle piú difficili scienze si armarono di argomenti tali, che sicuramente speravano di iugularlo al primo colpo: ma da u^, arguto poeta satirico al collegio tutto dei letterati fu tolto il gusto di quella disputa; perché la notte stessa che segui all’affissione della disfida, in quei fogli aggiunse queste pungenti parole: « E chi lo vuol vedere, vada all’osteria del Falcone, che li sará mostrato ». Questa tanto mordace facezia di modo punse l’animo del Critonio, che pieno di vergogna e di confusione si parti subito di Parnaso: avendo prima fatto sapere a Sua Maestá che con sua riputazione non li pareva di poter piú comparire tra quei virtuosi, che gli aveano fatto lo smacco di averlo trattato da bagattelliere e da cantimbanco.