Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/270

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necessario aver qualche metallo o altra cosa di pregio, con la quale avesse potuto contracambiar quello che gli era necessario: e che quando la commoditá deir oro e deir argento gli fosse mancata, di altra cosa si sarebbe servito in luogo di essi; la quale, salendo di prezzo, con la medesima brama dagli uomini sarebbe stata affettata, che ora facevano l’oro e l’argento. Come chiaramente si era veduto nelle Indie, dove piú dell’oro e dell’argento erano stimate le conchiglie, delle quali quei popoli si servivano in vece di moneta. E Cleobolo in particolare, in rifiutar questo parere piú che molto riscaldandosi, con esacerbazion grande di animo: — Sbandite — disse, — o signori, dal mondo il ferro, ché questo è il metallo che ha posto il genere umano nelle presenti confusioni. L’oro e l’argento servono all’uso destinato da Dio di esser misura di tutte le cose; ove il ferro, prodotto dalla natura per fabbricare i vomeri, le vanghe, le zappe e gli altri strumenti necessari per coltivar la terra, la malizia e crudeltá umana adopera per fare spade, pugnali e altri istrumenti di morte. Con tutto che verissimo fosse giudicato il parer di Cleobolo, da tutti i signori nondimeno della congregazione fu concluso che non essendo possibile tór dal mondo il ferro senza impugnare il ferro e vestirsi il corsaletto, che imprudenza grande sarebbe stata moltiplicar i mali e medicar le piaghe con le ferite. Unanimemente dunque fu concluso che si ritenessero i metalli dell’oro e dell’argento: ma che a quei che li raffinavano fosse fatto sapere che per l’avvenire avessero cura di purgarli bene e di non mai levarli dal fuoco, fin tanto che non si fossero bene assicurati di aver dall’uno e l’altro metallo affatto levata quella vena di termentina che hanno in loro, la quale cagiona che gli scudi di oro e le monete di argento tanto tenacemente si attaccano nelle mani anco degli uomini dabbene. Questo detto, con straordinaria gravita cosi cominciò Pittaco: — Il mondo, dottissimi filosofi, è caduto nelle deplorande miserie dalle quali tanto ci forziamo sollevarlo, solo perché gli uomini moderni hanno lasciato di far i viaggi loro per la strada battuta della virtú e si sono incamminati per quella de’ vizi,