Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/283

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né piú al vivo potevano essere scoperte e altrui additate le corruttele, i vizi e quelle piaghe verminose, dalle quali 1’ infelice secolo presente tanto è angustiato. Né i pareri vostri, colmi d’infinita prudenza e di saper sopraumano, in questo luogo sono stati rifiutati, perché compitamente non siano stati eccellenti: ma perché il male cosi fattamente si è abituato nelle vene e tanto ha penetrato .nelle ossa, che la complessione del genere umano si è indebolita fino al termine che la virtú vitale cede alla grandezza del male de’ vizi: cosa che chiaramente ci fa conoscere che noi abbiamo per le mani la cura disperata di un tisico che sputa marcia e gli cadono i capelli di capo. Negozio molto laborioso, signori miei, è quello de’ medici, quando i mali dell’infermo sono molti, e l’uno tanto diverso dall’altro, che i medicamenti refrigeranti, buoni per lo fegato abbruciato, debilitano lo stomaco; e appunto questa posso dir io che sia l’insuperabile difficultá del nostro negozio, perché tanti di numero sono i mali che travagliano l’etá nostra e hanno travagliate tutte le altre, che uguagliano le stelle del cielo e le arene del mare, e tra di loro piú sono diversi e vari, che non sono i fiori de’ prati. Onde è che io stimo disperata questa cura e l’infermo affatto incapace di aiuto umano: e però son di parere che faccia bisogno ricorrere ai voti e agli altri aiuti divini che in somiglianti casi disperati si sogliono implorare e impetrare dalla misericordia di Dio. La piú sicura tramontana, signori miei, che nei negozi ardui conduce gli uomini al sicuro porto della perfezione, è nei travagli presenti governarsi con gli esempi delle cose passate, perché « pauci prudentía honesta ab deterioribus, utilia ab noxijs discernunt, plures aliarum eventis docenlur» (*). E se noi, come dobbiamo, vogliamo approvar questa considerazione, trovaremo che altre volte essendo il mondo caduto in queste medesime difficultadi, non pensiero degli uomini, ma cura del grande Dio è stata il risanarlo, il quale co’ diluvi universali dal mondo ha levata la carne umana piena di vizi abbominevoli e incorrigibili. E certa cosa è, signori, che quando altri vede la sua casa con (1) Tacito, libro 4 degli Annali.