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Di modo che al Mazzoni, che scriveva, dettarono la universale riforma, nella quale con un proemio di magnifiche parole prima fecero testimonianza al mondo della cura che perpetuamente ha la maestá di Apollo del virtuoso vivere de* suoi letterati e della salute di tutto il genere umano, e de’ sudori sparsi da* signori riformatori nella compilazione della uni versai riforma: appresso poi venendo ai particolari, posero il prezzo ai cavoli, alle sardelle e alle cocozze. E di giá tutti i signori della congregazione si erano sottoscritti alla riforma, quando Talete milesio ricordò che alcuni ghiottoni, che vendevano i lupini e le giuggiole, usavano certi scudellini tanto piccioli, che era uno scandalo gravissimo il non prò vedervi. Ottimo parve alla congregazione l’avviso di Talete; e come molto necessario fu aggiunto nella riforma che quei scudellini in ogni modo si dovessero ingrandire. Appresso poi furono aperte le porte del palazzo, e dalla pubblica ringhiera, al popolo che in numero infinito era concorso nel fòro fu letta la riforma universale, con tanto applauso di ognuno, che Parnaso tutto risuonava delle vociferazioni di quelli che facevano allegrezza; perché alla vii plebaccia con ogni poca cosa si dá piena soddisfazione, e gli uomini di giudicio sanno che « vitia erunt, donec homines » (0, e che in questo mondo si vive col manco male piú che col bene, e che la somma prudenza umana tutta sta posta nell’aver ingegno da saper fare la difficile risoluzione di lasciar questo mondo come altri l’ha trovato. (1) Tacito, libro 4 delle Istorie.