Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/30

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10 stupor grande di veder il serenissimo prencipe di cosi famosa Liberta con un ossequio, una riverenza, una maestá da re e con una autoritá da cittadino, e che il congiungere l’infinita venerazione con la limitata autoritá, la lunghezza dell’imperio del prencipe con la modestia, erano temperamenti stati ignoti alla prudenza degli antichi legislatori delle repubbliche passate, sapienza solo felicemente praticata dal senato veneziano. Bartolomeo Cavalcanti disse appresso che, come avea notato 11 Pontano, cosa molto rara era veder nella republica veneziana che le facoltá de’ grandi non facessero insuperbire i senatori ricchi ; ma che portento molto maggiore era veder che tali fossero gli ordini di quella eccelsa Libertá, tali le santissime leggi di quella eterna republica, che né anco i carichi piú supremi attaccassero punto di ambizione e di superbia a quei che con somma autoritá gli avevano maneggiati : particolaritá altrettanto degna di considerazione, quanto in qualsivoglia altro prencipato 0 ben constituita republica non mai era stata veduta, come quella che direttamente repugnava alla stessa natura delle cose; e che allora ch’egli fu in Vinegia, non ammirò il ricchissimo tesoro di san Marco, non l’arsenale, non il canal grande co’ superbi palagi de’ Comari, de’ Grimani, de’ Foscari e gli altri edifizi magnificentissimi con spese reali fabbricati in quella miracolosa cittá, meraviglie solo notate dagli uomini ordinari; ma che cosa veramente ammiranda gli parve che fosse vedere il signor Sebastiano Venieri, poco prima stato generale di cosi potente armata, famosissimo per la gloriosa vittoria navale che avea ottenuta contro il Turco, ritornar privato in Vinegia, e con tanta ci vii modestia passeggiar la piazza, che in nessuna cosa era dissimile da que’ senatori che non si erano partiti dalla cittá; e che nella republica veneziana era cosa troppo singolare che 1 suoi nobili tanta civil modestia e tanta umanitá sapessero usare in casa, e che poi fuori ne’ magistrati importanti, ne’ carichi grandi, con la magnificenza, con la splendidezza e con una reale liberalitá si facessero conoscere al mondo non cittadini di una ben ordinata republica, ma uomini nati per comandare soggetti discesi da sangue reale; che però credea certo non altra