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RAGGUAGLIO LXXII
Molti vetturali, che di contrabando in Parnaso portavano quantitá grande di fave, dagli sbirri di campagna sono fatti prigione.
Questa mattina, che siamo alii venti del corrente, gli sbirri di campagna hanno fatto cattura di alcuni vetturali che in Parnaso introducevano buona quantitá di fave: legume, ha giá gran tempo, sbandito da tutti gli Stati di Apollo; perché, in molte infelicissime occasioni occorse essendosi Sua Maestá avveduta che molti appassionati letterati, solo per isfogar le arrabbiate passioni loro che occulte racchiudevano nell’animo mal affetto, ne’ senati essendosi voluti servire di esse fave, loro stessi e tutte le mal avventurate famiglie loro avevano mandate in ultima perdizione, affine di mantener tra’ suoi virtuosi la pace e la concordia, molti anni sono con severissime pene proibi l’uso di cosi pernicioso legume, da molti usato invece di palle di arcobugio per solo atterrar la riputazione degli uomini dabbene. Dagli stessi vetturali si è venuto in chiara cognizione che mercatanzia tanto proibita da’ paesi ignoranti e maligni era mandata a que’ perfidi cortigiani di questo Stato, che solo attendono al vergognoso mestiere di sparger le fave per le scale altrui, solo affine che quelle persone semplici si rompino il collo, che fermamente credono che solo co’ piedi di una retta intenzione e di una santa coscienza sicuramente altri possa camminar per tutto. Onde infinito è stato lo stupor di Apollo nel vedere che per la mala qualitá de’ tempi le corti cosi bruttamente si sieno empiute di que’ spiriti maligni, che studio maggiore pongono nello sconcertar i fatti altrui che in ben accommodar i propri.