Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
- 36
Forbice non ti renda il crin deforme f Ma da maestra- man- ti sia recisa E la chioma e la barba t $enza macchie Sian l’unghie, nè soverchino’ le dita: r
Nelle concave nari non si scorga»
Alcun pelo; nè esali un tristo fiato"-* ’ ’ La bocca; e il naso non rimanga offeso „ Da che il fetido becco ognora saper’• * A lasciva Fanciulla- il resto lascia, •
E alla -Bardassa. Ma -già Bacco chiama •
Il vate suo: soccorre ei pur gli amanti;
E la fiamma che l’.arde ei favorisce..
Furente errava la- cretense Donna (5 a)
Per la. breve di-Nasso ignota, arena,..
Che flagellano ognor 1* onde del mare.
Ella coperta con discinta veste Come nel sonno, nudo il piede e sciolte Le crocee chiome, al sordo mar si volge;. E bagnando di lagrime le gote,
Teseo chiamava in alto suón: gridava,
E in un piangea la misera, ma in lei Era tutto decente; nè men bella Fu di lagrime aspersa e di dolore.
Mentre di nuovo con le man fa ingiuria Al delicato petto, a che fuggisti?
E cosa fia^di me, perfido?. dice,.
Di me che fia,. ripete; e intanto il- lido •••’■ De’ citnbali e de’ timpani percossi’
Da un’attonita mano il.suono assorda.
(5a) Quando Arianna si vid «abbandonata nell’Isola di JYasso,si diodo in preda all’ultima.disperazione. Bacco ivi accorso con le Baccànti e con Sileno, suo pedagogo, la prese in sposa y e collocò la di lei chioma in Cielo presso ai Arturo. >
Digitized by Google