Pagina:Boccella, Cristoforo - I 3 libri dell'arte amatoria ed il libro de'remedi d'amore (traduzione Ars Amandi di Ovidio).djvu/40

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Forbice non ti renda il crin deforme f Ma da maestra- man- ti sia recisa E la chioma e la barba t $enza macchie Sian l’unghie, nè soverchino’ le dita: r

Nelle concave nari non si scorga»

Alcun pelo; nè esali un tristo fiato"-* ’ ’ La bocca; e il naso non rimanga offeso „ Da che il fetido becco ognora saper’• * A lasciva Fanciulla- il resto lascia, •

E alla -Bardassa. Ma -già Bacco chiama •

Il vate suo: soccorre ei pur gli amanti;

E la fiamma che l’.arde ei favorisce..

Furente errava la- cretense Donna (5 a)

Per la. breve di-Nasso ignota, arena,..

Che flagellano ognor 1* onde del mare.

Ella coperta con discinta veste Come nel sonno, nudo il piede e sciolte Le crocee chiome, al sordo mar si volge;. E bagnando di lagrime le gote,

Teseo chiamava in alto suón: gridava,

E in un piangea la misera, ma in lei Era tutto decente; nè men bella Fu di lagrime aspersa e di dolore.

Mentre di nuovo con le man fa ingiuria Al delicato petto, a che fuggisti?

E cosa fia^di me, perfido?. dice,.

Di me che fia,. ripete; e intanto il- lido •••’■ De’ citnbali e de’ timpani percossi’

Da un’attonita mano il.suono assorda.

(5a) Quando Arianna si vid «abbandonata nell’Isola di JYasso,si diodo in preda all’ultima.disperazione. Bacco ivi accorso con le Baccànti e con Sileno, suo pedagogo, la prese in sposa y e collocò la di lei chioma in Cielo presso ai Arturo. >

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