Pagina:Boetie - Il contr'uno o Della servitù volontaria.djvu/29

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del signor montaigne 15

non saprei che cosa scegliere. Addio, mia dolcissima nipote”. Dopo fece chiamare madamigella d’Arsat sua figliastra, e le disse: “Figliuola, tu non hai gran bisogno de’ miei ricordi, perchè hai tal madre che io ho sperimentato sì prudente e sì conforme alle intenzioni mie ed alle mie volontà, che mai hammi dato cagion di rimprovero. Una sì fatta maestra ti istruirà dirittamente: ma non ti paja strano, se io, che non ho parentela teco, mi do cura e mi mescolo delle cose tue. Essendo tu figliuola di una persona che sì m’è accosta, è impossibile che tutto ciò che appartiene a te non tocchi anche me; e per questo ho sempre avuto gelosa cura come delle mie proprie, delle faccende del signor d’Arsat tuo fratello. Tu sei ricca, sei bella, e sei nata bene. Rimane che tu renda conformi i doni dello spirito a quelli della provvidenza: e ti prego di farlo. Non ti dico fuggi il vizio, che tanto è detestabile nelle donne, perchè non vo’ neanche pensare che mai tu ci possa volger la mente; e certo io credo il nome solo ti faccia raccapriccio. Addio, figliuola mia.”

Tutta la camera era piena di pianto e di lacrime, che per altro non interrompeano minimamente il filo de’ suoi discorsi assai lunghi. Alla fine comandò che uscissero tutti di camera, fuorchè la guarnigione, così chiamò le fantesche che il servivano; e poi, chiamando o a sè Beauregard, mio fratello, gli disse: “Signor di Beauregard, vi ringrazio di cuore della sollecitudine che vi date per me: vorreste, lo so, ch’io vi manifestassi qual cosa che ho sul cuore da dirvi”. E det-